Conoscete la storia della Torre della Pagliazza a Firenze, l’originale facciata dell’Hotel Brunelleschi? No? …Ve la raccontiamo noi.
Cominciamo dagli albori…
La Pagliazza, le cui incerte origini si collocano tra il VI ed il VII secolo, è la più antica costruzione ancora in piedi nel centro storico e si trova nel cuore di Firenze, a due passi dal Duomo (Cattedrale di Santa Maria del Fiore). La Torre fu innalzata secondo alcune teorie dai bizantini, quando entrarono in città durante la guerra gotica come parte delle mura, secondo altre teorie dai longobardi un secolo dopo, come semplice casa-torre.
Nel XII secolo iniziò ad essere utilizzata come prigione femminile, da qui il nome “Pagliazza” che deriva proprio dai giacigli di paglia destinati alle carcerate. Successivamente presso la torre fu costruita la chiesa di San Michele che intorno al 1100 venne ristrutturata in stile romanico dalle suore di Sant’Ambrogio, alle quali era stata donata. Nel 1450 la chiesa prese il nome di San Michele delle Trombe a seguito del singolare provvedimento del 1390 che obbligava i trombettieri del Comune ad abitare all’interno della antica parrocchia.
Nel 1517 Papa Leone X regalò la chiesetta alla congregazione dei preti della “Visitazione”, mutando nuovamente il nome in Chiesa della
Visitazione. Nella facciata, sopra il portale, venne collocata una “Visitazione”, rilievo in terracotta della bottega di Giovanni della Robbia.
Già da anni l’edificio accoglieva un’altra “Visitazione”, quella di Mariotto Albertinelli datata 1503, oggi agli Uffizi con la relativa predella. Nel 1729 la chiesa venne completamente rinnovata in forme barocche. Successivamente, nel 1785, la parrocchia fu soppressa e l’edificio ridotto ad abitazione. Tutte le opere d’arte furono distrutte o disperse eccetto il quadro della “Visitazione”, oggi conservato gli Uffizi.
Nell’Ottocento, in seguito all’allargamento di via de’ Calzaiuoli, le strutture murarie dell’edificio sacro vennero inglobate all’interno di un grande isolato che comprendeva anche i resti di un’altra antica chiesa, Santa Maria Nipotecosa. L’area della Pagliazza e di San Michele, divisa in tre piani, venne occupata dal modesto albergo del Giglio che si apriva sull’attuale piazza Santa Elisabetta. Lo stesso isolato ospitava su via delle Oche l’albergo “Massimo D’Azeglio” e su via de’ Calzaiuoli l’albergo “Stella d’Italia-San Marco”. Uno dopo l’altro, i tre alberghi chiusero e gli edifici rimasero a lungo dimenticati insieme ai loro tesori.
Il ritorno agli antichi splendori e il recupero del calidarium romano
Nel 1980 l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni decise di restaurare l’intero complesso alberghiero riscoprendo le vestigia del passato. É merito
dell’architetto Italo Gamberini aver liberato la torre della Pagliazza dalle sovrastrutture che la nascondevano quasi per intero, con un intervento che ha riportato alla luce i resti delle antiche mura longobarde restituendo a Firenze un pezzo della sua storia. In seguito, ricerche condotte dalla Sovraintendenza hanno consentito anche il recupero di un calidarium delle terme romane nei sotterranei degli edifici.
Per questo, all’interno della struttura alberghiera, è stato allestito un Museo che ospita reperti accuratamente restaurati e accompagnati da un’ampia documentazione fotografica. Notevole è il materiale ceramico rinvenuto all’interno degli scavi nell’area della torre. Oltre a pochi frammenti romani, nelle vetrine si trovano reperti di epoca medievale e una pregevole collezione di pezzi rinascimentali di produzione per lo più attribuibile a Montelupo: piatti in stile compendiario con decorazioni e paesi, con figure tratte dal repertorio animalistico con tondi policromi figurali, fino a un gruppo di “arlecchini” della prima metà del XVII secolo. Così l’Hotel Brunelleschi, che deve il suo nome al rione che fu di Filippo Brunelleschi, diventa al tempo stesso prestigiosa struttura ricettiva e punto di riferimento culturale per i suoi ospiti e per tutta la città.