Il Ristorante Santa Elisabetta entra nella storica guida del gusto
La Guida gourmet de L’Espresso, una delle più autorevoli e seguite in Italia, compie 40 anni e continua la sua ricerca attendibile ed accurata su tutto il territorio italiano. Quest’anno presenta 2000 locali recensiti, indirizzi del gusto fra i quali rientra anche il Santa Elisabetta, ristorante gourmet dell’Hotel Brunelleschi di Firenze, che da febbraio 2017 porta la firma dello Chef Rocco De Santis.
La Guida è stata presentata il 19 ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze, e in quell’occasione è stato attribuito al Santa Elisabetta un “cappello”, ambìto metro di misura.
Nel mondo della ristorazione di alto livello ci sono alcuni riconoscimenti che rappresentano una consacrazione, fra questi il comparire nella Guida de l’Espresso “I Ristoranti d’Italia 2018”, che è diventata negli anni il punto di riferimento indiscusso della nuova cucina italiana.
Quest’anno tale riconoscimento è stato dato anche al Ristorante Santa Elisabetta dello storico Hotel Brunelleschi di Firenze, che figura così fra i protagonisti dell’enogastronomia italiana d’eccellenza.
La guida “I Ristoranti d’Italia 2018”, a cura di Enzo Vizzari, è stata presentata insieme a “I Vini d’Italia 2018” il 19 ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze. Festeggia i suoi 40 anni, durante i quali ha recensito la migliore cucina italiana, con 2000 locali selezionati fra oltre 200.000 insegne, ognuno il migliore nella propria categoria. Al Ristorante Santa Elisabetta è stato attribuito un cappello, assegnato a 363 ristoranti in tutta Italia, che corrisponde al giudizio: buona cucina.
Il Ristorante Santa Elisabetta è l’indirizzo gourmet dell’albergo. Si trova al primo piano dell’edificio più antico della città: la torre bizantina della Pagliazza. La location è esclusiva, l’ambiente intimo e molto romantico, con soli sette tavoli in un’atmosfera sofisticata e ricercata come la cucina dello Chef Rocco De Santis, giovane e campano. De Santis è all’Hotel Brunelleschi dal mese di febbraio 2017 e propone tre menù degustazione e una carta in cui spicca il dialogo ben calibrato e intrigante fra la Toscana con la sua cucina tradizionale, e la Campania, terra d’origine dello Chef. Viene dato spazio alla tradizione autoctona integrata con una ventata di freschezza, brezza di mare e profumi mediterranei.